Da dicembre, nei piccoli comuni, si potrà fare il passaporto alla posta. E’ un'altra tappa del progetto Polis lanciato a gennaio e che punta a incrementare i servizi nei paesi più piccoli. L’annuncio è arrivato dal condirettore generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco: «Al momento stiamo già erogando servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate».
Presto sarà istituito uno sportello digitale in tutti i settemila uffici postali dislocati in comuni con meno di 15 mila abitanti. L’obiettivo è connettere il territorio nelle zone più marginali attraverso due linee principali di intervento. Soprattutto i 5.534 paesi con meno di cinquemila abitanti e che rappresentano il 70 per cento dei comuni italiani, con il Piemonte come regione che ne conta il maggior numero (1045) seguita a ruota dalla Lombardia (1.040). La prima linea di intervento punta a portare i servizi telematici della Pubblica Amministrazione all’interno degli uffici postali, creando appunto sportelli unici in 6933 comuni. La seconda ha come target quello di creare 80 spazi di coworking (in tutta Italia saranno 250) interconnessi tra loro per poter costituire un’unica rete digitalizzata e smart. «Confermiamo così la storica missione dell’azienda» sottolinea Lasco.
Un progetto che come ricorda Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’unione dei comuni e degli enti montani, «è fortemente sostenuto dal presidente Mattarella e che sta dando i primi risultati. I passaporti rappresentano un altro passo avanti verso gli obiettivi di Polis. Un’operazione molto importante per i nostri piccoli enti che sempre più spesso devono fronteggiare il taglio di servizi come sta avvenendo anche da parte di grandi banche nazionali, sorde agli interessi delle comunità più piccole. Poste, invece, attua positivamente quanto scritto nella legge nazionale 158 del 2017 sui piccoli comuni. D’altronde garantire i servizi è la prima, indispensabile mossa per assicurare un futuro anche ai paesi più piccoli».
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