Altro che novembre. I treni sulla linea ferroviaria Torino-Lione non torneranno prima di giugno 2024. Lo hanno comunicato le autorità francesi. Il quadro dei danni causati dalla frana che si è staccata in alta Savoia il 27 agosto, colpendo una galleria ferroviaria e sfiorando l’autostrada, è più grave del previsto. Così per ripristinare i collegamenti bisognerà aspettare otto mesi. Un danno sotto tutti i punti di vista: ogni giorno la linea è servita dai Tgv francesi e i Frecciarossa italiani oltre a 170 treni merci che ogni settimana collegano i due Paesi. Tutto fermo. Un danno anche in chiave turistica in vista della stagione invernale sulle montagne olimpiche della Valsusa. I francesi sono gia corsi ai ripari prevedendo corse dei Tgv fino a Saint Michel de Maurienne e da qui servizi sostituitivi per raggiungere le molte stazioni sciistiche d’Oltralpe. «Spero che il Frejus riapra il prima possibile ai treni italiani», ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini a Expo Ferroviaria, sottolineando la collaborazione tra Italia e Francia sul caso Monte Bianco. Ma in realtà forse è all’oscuro della decisione annunciata dalle prefetture francesi.
A differenza della Camera di commercio di Torino che ha lanciato l’allarme con un comunicato firmato dal presidente Dario Gallina: «Occorre fare tutti gli sforzi affinché i lavori di ripistino della linea vengano accelerati, per risolvere un problema che non si limita solo alla regione francese coinvolta, ma impatta fortemente sui tragitti di lungo raggio tra i due Paesi». Il presidente sottolinea anche gli effetti sul traffico con il trasferimento su gomma delle merci trasportate via treno. Soprattutto al traforo del Frejus e sulla tangenziale di Torino. Traffico destinato a impennarsi comunque dal 16 ottobre quando per otto settimane chiudera il tunnel del Monte Bianco.
Se proprio per conseguenza della frana in alta Val Savoia di fine agosto si era riusciti a scongiurare la chiusura ben più lunga del traforo del Monte Bianco – dal 4 settembre al 18 dicembre – alcuni lavori di manutenzione sono irrinunciabili e la galleria deve dunque chiudere per un certo periodo. Francesi e italiani sperano di riuscire a ridurre le otto settimane ma in ogni caso da qui a fine anno i collegamenti tra i due Paesi saranno una sorta di via crucis soprattutto per i camionisti. Tra l’altro da tre anni ormai è chiuso anche il collegamento del colle di Tenda, nel Cuneese, per un’altra frana in territorio francese che nell’ottobre 2020 aveva portato via la strada all’uscita dal tunnel.
Un quadro che allarma più di tutti Paolo Uggè, presidente della Federazione autotrasportatori italiani, che rilancia la necessità di sbloccare le infrastrutture di connessione: «Brennero e divieti austriaci, interventi manutentivi, mancata condivisione della seconda canna del Bianco produrranno gravi conseguenze a tutta l'economia nazionale. Un tema più volte evidenziato nel passato che oggi sta divenendo una triste realtà».
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