L’indice Rt inizia una inversione di tendenza: è a 1,14, con intervallo di confidenza tra 0,93 e 1,31 dopo un ripido incremento che lo ha visto passare da 1 a 1,3 in dieci giorni. Ieri, martedì 2 marzo, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il suo primo DPCM in merito alle misure di contenimento del contagio.
Nella regolamentazione dei passaggi di zona, il decreto richiama il Ministro della salute a verificare almeno settimanalmente il permanere delle condizioni per che hanno posto una regione in zona rossa, oltre a ribadire che dopo due settimane di rischio inferiore, la regione torna automaticamente in zona arancione.
Non possiamo che essere d’accordo con lo spirito del decreto: riportare al centro dell’attenzione la misura costante del contagio per aumentare la rapidità di intervento: non ci sono alternative.
Queste buone intenzioni saranno però disattese se non vengono aggiornate conseguentemente le metodologie di calcolo, adottando, per esempio, un indice Rt, come il nostro, che, rinunciando a una minima parte di precisione, ci farebbe risparmiare 3 settimane di ritardo sulle decisioni.
Che senso avrebbe infatti far tornare una regione in zona arancione dopo 2 settimane di riduzione del rischio, se alla fine delle 2 settimane insistiamo a guardare, nella migliore delle ipotesi, i dati di 2 settimane prima? Continueremo solo ad alternare colori in perfetta controfase rispetto alla situazione effettiva.
Questo problema diventa molto evidente se guardiamo all’aggiornamento del calcolo per il Piemonte (adesso con indice Rt a 1.28 con intervallo di confidenza tra 1.03 e 1.45):
E intensificare le verifiche, per esempio portandole a due volte a settimana non gioverebbe, perchè si tratterebbe sempre dei dati di 3 settimane prima. Considerando che l’ultimo incremento di Rt lo ha visto passare a 1 a 1,2 in una settimana, tra 17 e il 24 febbraio, tre settimane sono un’era geologica.
Concludiamo con i nostri migliori auguri di buon lavoro al nuovo Commissario straordinario, il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo. Vorremmo esserci quando qualcuno gli dovrà spiegare perchè bisogna aspettare le date inizio sintomi per 3 settimane, quando potremmo farne a meno.
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