Certe volte una immagine vale più di mille parole. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM del 14 gennaio. E ieri, 15 gennaio, l’ISS ha pubblicato il bollettino che riporta, testualmente, un valore di indice Rt riferito al periodo 23 dicembre 2020-5 gennaio 2020, commentando che è in aumento da cinque settimane.
La sintesi sul sito del Ministero della Salute riporta un generale peggioramento della situazione, che oggi sappiamo non essere vero, come dicono i numeri che riportiamo ormai da giorni.
È lecito pertanto concludere che le restrizioni del nuovo Dpcm siano state formulate sulla base di una presunta crescita della diffusione, ormai vecchia di tre settimane, come riportato nel grafico qui sopra.
Una nota tecnica: gli ultimi due valori ufficiali di Rt sono lievemente superiore al nostro calcolo.
Il motivo è sempre lo stesso: sono una grande media a 14 giorni che mette dentro un po’ di tutto. E, per contribuire all’indecisione, l’intervallo di confidenza calcolato da FBK continua a mescolare incertezza, crescita e diminuzione; continua infatti ad essere implacabilmente proporzionale alla differenza prima dell’indice Rt (lo avevamo già spiegato qui):
Rinnoviamo il nostro invito: siamo sicuri che si possa fare meglio che tirare una riga dritta per cinque settimane.
Le tecniche per farlo esistono.
Le risorse pubbliche stanziate sicuramente lo consentono. La gravità e l’urgenza della situazione lo pretendono.
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