Il bene della salute è d’interesse collettivo, è sentito da tutti come assolutamente imprescindibile e la sua tutela si attua soprattutto attraverso la professione medica – che prevede un sistema specialistico universitario, che qualifica il professionista verso la collettività – alla quale è sempre richiesta massima qualità e trasparenza. A fronte di ciò, concretamente, rappresenterebbe un vero miglioramento del servizio sanitario una deregulation della professione medica? 

Si pensi ora ai principi del cosiddetto “giusto processo” (art. 111 della Costituzione) che trova piena attuazione attraverso la presenza della difesa dell’imputato nell’ambito di un contraddittorio paritetico con l’accusa, davanti ad un giudice terzo e imparziale. Questi principi rappresentano garanzie per il cittadino e concorrono a costituire uno dei cardini del nostro sistema democratico, che si attua proprio nel confronto tra il potere punitivo dello Stato e il diritto alla difesa della persona accusata di un reato, che in quel momento ha al fianco solo il proprio avvocato.

L’intervento dell’avvocato, in questo quadro, deve essere valutato alla stregua di un mero criterio economico o del livello qualitativo della prestazione offerta?

Dobbiamo iniziare a chiederci quale possa essere la strada per giungere a un costante e garantito miglioramento della qualità della prestazione professionale – fuori da qualsivoglia meccanismo corporativo – a partire dal percorso universitario e dal sistema di accesso alla professione; se non rappresenti una soluzione più moderna e adeguata ai tempi l’aprire la strada a forme di associazionismo forense, in luogo del sistema degli ordini professionali, per assicurare non solo un adeguato controllo della qualità delle prestazioni offerte, ma anche una formazione del professionista improntata alla specializzazione che sia chiaramente spendibile verso la collettività.

La vera tutela del consumatore si esprime attraverso la massima trasparenza a favore di chi accede al servizio legale e la determinazione di compensi professionali che devono poter essere oggetto di libero accordo tra le parti, senza compromessi rispetto alla qualità della prestazione professionale offerta.