L'asset allocation strategica precedente – quella del 19 dicembre (1) - sosteneva che stavamo attraversando un momento delicato. Era allora in corso la conclusione della manovra di risanamento, e doveva ancora iniziare quella volta a favorire la crescita. I punti deboli individuati erano due: A) il risanamento cercato contemporaneamente da tutti i paesi europei avrebbe potuto generare una recessione; B) far passare la manovra volta alla crescita sarebbe stato più difficile di quanto accaduto per quella volta al risanamento. Tutti questi punti sono stati poi ridiscussi l'8 gennaio (2).
Ebbene, da allora i mercati finanziari europei sono stati molto deboli nei primi giorni di gennaio e poi hanno ripreso forza. Questa settimana sono saliti, smentendo chi pensava che il declassamento del debito pubblico di alcuni paesi europei deciso da un'agenzia di rating (3) avrebbe depresso le quotazioni. Insomma, i mercati sono oggigiorno meno pessimisti sull'Europa.
Sia il controllo dei bilanci pubblici (ora debbono lavorare gli altri paesi, in Italia è stato fatto), sia la politica monetaria non ordossa (su cui torniamo subito) sembrano alimentare un minimo di ottimismo. La politica monetaria ortodossa è quella che muove i tassi di interesse (li alza quando tutto va bene, li abbassa quando tutto va male). La politica monetaria “anglosassone” non ortodossa è quella che compra direttamente i titoli obligazionari sia dei privati sia del Tesoro (il così detto “quantitative easing”). La politica monetaria non ortodossa della Banca Centrale dell'Europa “continentale” presta ad un tasso minimo alle banche di credito ordinario i mezzi per comprare il debito pubblico.
Il debito italiano, se tutto va bene, è molto attraente, e le borse europee, sempre che tutto vada bene, sono molto attraenti. Il BTP decennale al 7% (con un Bund al 2%) sconta una rimborso del debito alla scadenza pari al 50%, oppure un ritorno della Lira, svalutata del 50% sul Marco (4). La borsa dell'euro area ha un rapporto fra capitalizzazione e patrimonio netto circa eguale a quella che aveva nel momento peggiore della crisi nel 2009 (5).
Insomma, sempre osservando con attenzione che non si manifesti una recessione, sembra che le cose possano finalmente volgersi nella giusta direzione. In breve, che si torni dove si era all'inizio dello scorso anno.
http://www.centroeinaudi.it/articoli/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1386-monti-logia.html
http://www.linkiesta.it/blogs/economista-greco/lo-spread-500-parrebbe-esagerato
© Riproduzione riservata