Potremo sopravvivere civicamente da adesso al 25 settembre? Dobbiamo. La politica resta una buona causa, ma se orientata al bene comune. Lo sostengono anche gli attuali parlamentari, intendiamoci. Taluno mentendo, scientemente. Talaltro, magari credendolo in buona fede, pur essendo inadeguato, impreparato e incompetente; tant'è che nessuno deve mai avergli spiegato che significa essere civil servant.
Da noi la strada è lunga, molto lunga, per poter diventare una democrazia compiuta. Avevo registrato questa breve videoanalisi pochi giorni prima delle dimissioni di Mario Draghi da presidente del Consiglio e del conseguente scioglimento delle Camere. Ma ve la propongo ugualmente. Auspicavo che il Governo restasse in piedi, come molti. E riflettevo sul problema dell'astensionismo, pericoloso partito che ha raggiunto la vetta del 42% degli aventi diritto al voto.
Il partito del 42%
Potremo sopravvivere civicamente da adesso al 25 settembre? Dobbiamo e con una attenzione in più, che continua a essere sorvolata, a dimostrare lo scollamento dalla realtà dei nostri politici. Va combattuto porta a porta l'astensionismo. Se intendiamo dare un futuro alle nuove generazioni (la Next Generation Ue di cui parla Bruxelles), dobbiamo convincere tutti ad esercitare il diritto-dovere nell'urna. Senza nasconderci di fronte a coloro che inveiscono contro deputati e senatori quali mentitori seriali, ladroni, insipidi e voltagabbana, magari allargando le braccia anche noi.
Potremo sopravvivere civicamente da adesso al 25 settembre? Esercitiamoci alla pacatezza, magari frequentando un po' meno i social, ma cercando di informarci sui programmi delle quattro coalizioni in campo. Ragionando. Sappiamo che c'è una legge elettorale che non ci aiuta (il Rosatellum, che prende il nome dell'allora Pd Ettore Rosato, suo ideatore, poi passato a IV). Varata nel 2017, l'abbiamo già sperimentata nel 2018, ed è orrenda. Il maggioritario secco con il "diritto di tribuna" premia il coinvolgimento delle ali estreme, anziché escluderle. Con tutti i limiti che ha, è importante che si stia formando un Terzo Polo, ma servirebbe un leader di peso (alla Macron) e di una legge con il doppio turno che ci consenta di sapere chi stiamo mandando a Roma.
E dunque: facciamo la nostra parte
Le opzioni in campo sono quattro, anche se al Viminale sono state presentate 101 simboli. Destra-centro (Meloni), Sinistra-centro (Letta), Terzo Polo (Calenda) e Cinque Stelle (Conte). Per iniziare (tra amici, sul taxi, in autobus, in sala d'aspetto dal medico) nessuno dica - si veda la Costituzione - che non abbiamo da tempo un presidente del Consiglio eletto dal popolo. Non lo abbiamo mai avuto. Noi eleggiamo un Parlamento (con 345 parlamentari in meno, perché i deputati si sono ridotti dopo l'ultimo referendum sulla riforma da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200) e il presidente della Repubblica affida l'incarico a una personalità indicata dalla maggioranza.
Potremo sopravvivere civicamente da adesso al 25 settembre? Sì, se ognuno di noi farà la sua parte, come saggiamente ha ricordato nel suo commiato una personalità laica di spessore come Piero Angela.
© Riproduzione riservata