Un lavoratore su tre non si trova. Uno su dieci è inadeguato. E così trovare un dipendente spesso diventa un miraggio. Parola di Unioncamere che con Anpal, l'Agenzia nazionale politiche attive sul lavoro fondata da Marco Biagi, ha preparato il Bollettino Excelsior per l'autunno, forse la fotografia più dettagliata sul mondo del lavoro. Le assunzioni previste per settembre sono 531 mila, l'1,3% in il più rispetto allo scorso, ma continuano ad aumentare anche i problemi di reperimento. Soprattutto nella manifattura, che paga il prezzo più caro a ll'ennesimo paradosso italiano. I casi in cui non si trovano - per ragtioni diverse - candidati adatti sono saliti in un anno di cinque punti percentuali fino al 48%. In pratica, uno su due. E per molte figure tecnico-ingegneristiche e di operai specializzati le figure introvabili toccano punti del 60-70%.
Il problema più frequente per l'industria è proprio la «mancanza di candidati» nel 31,7% dei casi. La «preparazione inadeguata» arriva al 12%. Mancano operai specializzati, conduttori di impianti e le professioni tecniche. Ma soffrono anche altri settori. Tra gli artigiani risultano introvabili, soprattutto a Nord Ovest (picco dell'87,7%), quelli specializzati nel trattamento del legno, i fabbri ferrai costruttori di utensili e gli attrezzisti. E in campo edile si cercano con il lanternino i muratori addetti alle rifiniture delle costruzioni. Per l'intero trimestre settembre-ottobre le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, in aumento di quasi due punto (1,9 per la precisione) rispetto all'analogo periodo di dodici mesi fa. Il comparto manifatturiero nel complesso programma 99mila entrate a settembre e 275 nel trimestre. A tirare di più sono meccatronica e metallurgia. Seguono, più distanziate, l'industria alimentare e quella della moda. Anche l'edilizia ha confronti positivi rispetto un anno fa: a settembre previste 60 mila assunzioni (+ 3,5mila rispetto al 2022) e quasi 200mila nel trimestre (con un saldo positivo di 15 m ila unità rispetto al 2022).
A livello territoriale le imprese delle regioni del Nord Est sono quelle più in difficoltà, con il 53,4% del personale difficile da trovare, una quota ben superiore a quella registrata nel Sud e Isole (43,5%) e nel Centro (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4%) si mantiene vicino alla media. Per rispondere alle esigenze delle imprese, sale il ricorso alla manodopera straniera che passa dalle 95mila assunzioni dello scorso anno, pari al 18,2% del totale, alle attuali 108mila, pari al 20,4%. Guardando alle caratteristiche delle posizioni aperte, il tempo determinato si conferma la forma contrattuale più proposta con 284mila posti, pari al 53,4% del totale. I contratti a tempo indeterminato sono meno di uno su cinque (108 mila) e gli altri si dividono tra contratti di somministrazione, di apprendistato, di collaborazione e altri contratti. Risulta in crescita la domanda per servizi alle persone e logistica, mentre aumenta l'incertezza per commercio e turismo.
Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt, ai microfoni di Radio 24, ha spiegato la crisi strutturale del mercato del lavoro con una metafora:«Se tutti cercano di pescare nello stesso lago ci saranno sempre meno pesci e aumenterà la difficoltà per i pescatori». Questo perché nella sostanza il numero di persone a disposizione in Italia è in continua discesa e il mercato del lavoro si svuota.
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