Mentre pubblichiamo il calcolo odierno dell'indice Rt nazionale (con dati aggiornati al 18 gennaio), che conferma la sua discesa, la regione Lombardia annuncia che impugnerà l'ultimo DPCM che la colloca in zona rossa. Il ricorso si baserebbe sul fatto che l'incidenza è più affidabile dell'Rt, in quanto quest'ultimo è un parametro strutturalmente in ritardo rispetto all'incidenza. Spiega infatti Fontana che il valore di Rt utilizzato fa riferimento al periodo 23 dicembre-30 dicembre. Ovvero quanto Mondo Economico riporta da settimane, e quanto evidenzato ancora da noi in occasione della firma dell'ultimo DPCM, qui.
È vero che l'incidenza è più attendibile dell'indice Rt?
No, sono due dati diversi che rispondono a domande diverse.
- L'indice Rt è fondamentale in quanto misura la riproducibilità, quindi ci permette di conoscere l'evoluzione futura.
- L'incidenza è la media settimanale del rapporto tra i nuovi positivi e il totale degli abitanti, ed è fondamentale per conoscere la quantità di casi effettivamente presenti, ogni 100.000 abitanti.
È vero che l'Rt è strutturalmente in ritardo?
- Si, ma non è colpa dell'indice in sè. È colpa del fatto che, per cautelarsi dietro alla letteratura, viene calcolato sulla base dei casi da inizio sintomi e quindi con un ritardo sistematico di 3 settimane: il famoso tempo incomprimibile che ci vuole a recuperare e processare tutti i dati delle cartelle cliniche.
Calcolarlo come proposto da noi sulla base dei casi per data di notifica significa disporre ogni giorno di un valore che si mostra poi sistematicamente coerente con il valore ufficiale calcolato con tre settimane di ritardo, come evidente dal grafico qui sopra.
La riprova? Oggi vi proponiamo anche il calcolo dell'indice Rt calcolato per la regione Lombardia, dove si vede che l'indice Rt in tempo reale è in diminuzione ormai dal 7 gennaio:
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