Il dato di riproducibilità nazionale è ormai stabilmente sotto 1 da diversi giorni, attestandosi oggi a 0,95 (0,89 - 0,99)
Continuiamo il monitoraggio delle quattro regioni introdotte domenica, per le quali la situazione rimane sotto il valore di 1, con trend in diminuzione, anche per la Campania che ha superato un piccolo incremento:
- Campania: 0,84 (0,74 - 0,94)
- Lombardia: 0,85 (0,78 - 0,93)
- Piemonte: 0,96 (0,87 - 1,05)
- Toscana: 0,98 (0,87 - 1,10)
Mentre il Governo decide la riapertura fino alle scuole medie dopo Pasqua, si diffonde la notizia che lo studio secondo il quale non c’è evidenza di associazione tra l’apertura delle scuole lo scorso settembre e la seconda ondata registrata in autunno (che abbiamo citato la settimana scorsa), avrebbe influenzato i decisori facendo propendere la scelta verso la riapertura: evidentemente non li ha influenzati abbastanza, visto che le superiori rimarranno chiuse!
E insieme a questa notizia si diffondono (qui su Il Post) contemporaneamente, e ovviamente, le critiche allo studio. La più quotata è quella secondo la quale lo studio avrebbe analizzato una fase troppo precoce della seconda ondata, tra il 12 settembre e l’8 novembre. Non capiamo: guardando il grafico qui sopra, sia il nostro calcolo, sia i dati ufficiali, sono concordi nel dirci che l’8 novembre la seconda ondata era praticamente finita. Quando poi analizzare i dati a partire dal 12 settembre, un po’ prima dell’effettivo inizio dell’ondata, ci pare utile, visto che si stanno cercando fenomeni che eventualmente si propagano con un po’ di latenza.
La seconda critica riguarda il fatto che i bambini hanno una maggiore probabilità di essere asintomatici e quindi potrebbero comunque contribuire a diffondere il virus a scuola e in famiglia. Giusto, prima dello studio questo era IL dubbio che avevamo, e lo studio ci dice, dati alla mano, che non è così.
Qualsiasi ricerca va, naturalmente, verificata, ma ad oggi non conosciamo uno studio che partendo dagli stessi dati, arrivi a conclusioni inverse. Il punto ci pare piuttosto sempre lo stesso: quando arriva uno strumento numerico che ci può aiutare a decidere, meglio sponsorizzare l’indecisione, minando la credibilità dei numeri.
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