L’Italia ha tre handicap e non ha una banca centrale

I motivi vanno ricercati in meccanismi che, in tempi di crisi, sfavoriscono il debito italiano e  favoriscono quello tedesco.

I meccanismi maggiori che deformano l'andamento del BTP (al ribasso) e del Bund (al rialzo) sono tre.

- I paesi che non hanno una moneta propria e non hanno una banca centrale che interviene diventano facilmente vittime delle operazioni al ribasso, quelle in cui si guadagna con la caduta dei prezzi (1).

- I paesi che hanno emesso meno debito pubblico sono vittime dei disinvestimenti degli operatori detti passivi, quelli che investono riproducendo gli indici (2).

- I paesi con un giudizio delle agenzie di rating che non sia il massimo (la famigerata “tripla A”) vedono il proprio debito pubblico venduto delle banche che hanno i portafogli pieni di titoli privati di bassa qualità; lo scopo delle vendite di titoli italiani e di acquisto di titoli tedeschi è quello di alzare la qualità dell'attivo come media fra titoli a tripla A e titoli “spazzatura”, che sono invendibili (3).

Se non si ha un prestatore di ultima istanza (ossia una banca centrale), per l’agire dei tre meccanismi si può finire in un percorso di avvitamento. I rendimenti salgono (i prezzi delle obbligazioni scendono). I maggiori rendimenti rendono più difficili le correzioni dei conti pubblici, perché aumenta l’onere degli interessi e dunque le manovre diventano più difficili da attuare. Gli investitori – diventati più scettici - vendono ancora, e perciò fanno cadere ancora i prezzi (4). Insomma, si ha una profezia che si auto invera.

Il (non) ruolo della Bce

Se una banca centrale intervenisse fissando i prezzi delle obbligazioni, l’avvitamento descritto non avrebbe modo di svilupparsi. Ma l’Italia non ha una propria banca centrale che possa operare in acquisto.

Dai tempi del “divorzio” fra la Banca d’Italia e il Tesoro – un evento di trent’anni fa - questo strumento non è più a disposizione. La banca centrale che potrebbe farlo è quella europea. Essa da qualche tempo compra i titoli italiani, ma non mai dichiarato che comprerà tutti quelli che servono per fissare il prezzo. Per questa ragione fino ad ora si è avuto un freno nel dispiegarsi dell’avvitamento, ma non la sua fine (5).

La Banca centrale tedesca, invece, compra i titoli del Tesoro germanico quando necessario e poi li rivende. L’ha fatto questa settimana, quando l’asta dei Bund è andata male. Non fissa il prezzo delle obbligazioni, non può farlo per statuto, ma, per così dire, “lo accompagna”.

Non ci fossero i tre meccanismi e ci fosse una banca centrale, quale sarebbe lo spread? Non è possibile quantificare con una qualche precisione, ma è ragionevole pensare che sarebbe di molto inferiore a quello di oggi. Prima di questa estate – prima che scattassero le vendite e poi l’avvitamento – lo spread era intorno ai 200 punti base. L’avvitamento vale perciò 300 punti.

 

(1)
http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/asset-allocation-economiacentroeinaudiit-100/1276-il-fattore-sb-e-lo-spread.html

(2)
http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1277-gli-automatismi-e-i-debiti-publici-.html

(3)
http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/asset-allocation-economiacentroeinaudiit-100/1328-meccanismi-che-indeboliscono-il-btp.html

(4)
http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/commenti-economiacentroeinaudiit-98/748-la-legittimit-dellindustria-finanziaria.html

(5)
http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1336-il-btp-stilizzato.html