Questo patto potrebbe avere alcuni capisaldi che coinvolgono le generazioni più avanti negli anni, quelle che hanno potuto accumulare dei risparmi. La possibilità di un pensionamento graduale, almeno nel terziario (e forse si sta andando in questa direzione); la possibilità di stipulare reverse mortages come esistono negli Stati Uniti, ottenendo una sorta di linea di credito su una proprietà immobiliare; la possibilità di trasferimento di una parte della ricchezza familiare prima dell’eredità, stante l’allungamento della vita media; il diritto al lavoro ma non al posto di lavoro…

Al tema del patto generazionale si affiancano quello di una riforma radicale della pubblica amministrazione, settore in cui l’impatto dell’informatizzazione sulla produttività del lavoro è stata scarso o nulla e quello dell’abbattimento dei costi della politica, attualmente all’1% del Pil contro una media Ue di 0,3-0,4 per cento.

Il tema delle riforme merita ovviamente un’analisi ben più approfondita e articolata: non a caso è al centro del dibattito, anche politico, come dimostra l’azione di governo che dopo il “salva Italia” si muove nella direzione della manovra “rilancio Italia”. Qui l’idea è di lanciare qualche idea, a cui affiancarne molte altre, da riprendere e sviluppare. Il che, in fondo, è il miglior augurio che possiamo farci per il nuovo anno.