Domani si tiene un incontro che dovrebbe fare il punto sulla situazione macroeconomica e finanziaria. Il ragionamento che esporrò ruota intorno all'impatto della demografia ed al riprodursi delle bolle. Con un'analisi finale sull'Italia e una digressione sul settore dell'auto.

La caduta del mercato immobiliare statunitense è legato alla demografia. Le persone anziane, cresciute di peso, volevano dei rendimenti maggiori di quelli che avrebbero ottenuto con le attività finanziarie “normali”, come le azioni e le obbligazioni sovrane, ed perciò hanno comprato quelli che poi sarebbero diventati i titoli “tossici”. I titoli detti tossici, come le obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari, hanno amplificato la crescita dei prezzi delle abitazioni, soprattutto in presenza di un mercato immobiliare moderno (1). L'invecchiamento della popolazione spinge alla riduzione della propensione al rischio, e dunque si dovrebbe avere una minor offerta di risorse per gli innovatori (2). In futuro la crescita della quota degli anziani dovrebbe ridurre il moltiplicatore degli utili – ossia la propensione a scontare una crescita elevata delle imprese (3). Si deve tener conto che i prezzi delle azioni hanno delle escursioni notevoli, e i buoni andamenti si concentrano in poche imprese (4), il che rende questo investimento poco appetibile per gli anziani. Le bolle prima incentivano gli investimenti reali, poi, quando si sgonfiano, li spingono all'ingiù (5). Abbiamo avuto finora due bolle, quella della tecnologia e poi quella degli immobili. In futuro potremmo averne una nuova, legata agli investimenti che sono sensibili alla conservazione dell'ambiente (6). Le bolle scoppiano non perché i mercati sono troppo sviluppati, come in molti pensano, ma, al contrario, perché non lo sono abbastanza. Se le vendite “allo scoperto” fossero di facile esecuzione, le bolle sarebbero frenate (7). Le politiche monetarie ultra espansive degli ultimi anni possono spingere verso l'uscita dalle obbligazioni – che hanno dei prezzi, in alcuni paesi, ormai troppo alti, incentivando l'ingresso nelle azioni, che, però non hanno dei prezzi molto bassi. Si potrebbe così formare una nuova bolla (8), (9). Passando all'Italia, il problema del debito pubblico lo si comprende con la metafora della vasca da bagno (10). La riforma delle pensioni ha stabilizzato la dinamica del nostro debito (11), che potrebbe, avviata una politica di riforme che lo renda più sicuro, diventare attraente per i fondi pensione statunitensi e giapponesi (12), (13).

In conclusione, la digressione sulla demografia e la crisi del settore dell'auto.

Il mercato dell'auto europeo continua a flettere. Questa flessione è solo l'effetto della crisi in corso o c'è di più? Immaginiamo una popolazione con molti meno giovani - di cui un buon numero è disoccupato - e molti anziani. Immaginiamo che la popolazione non cresca (=demografia neutra), ossia che nascano molte meno persone, mentre gli anziani vivono molto di più. Assumiamo, infine, che le automobili possano essere usate per molti anni, e dunque che non è necessario cambiarle frequentemente. Le automobili, come tutti i beni di consumo durevole, hanno, infatti, una “vita tecnica” lunga, e dunque il loro rinnovo può essere post posto. Gli anziani tendono a guidare meno. E dunque, se la quota di anziani sulla popolazione cresce, ecco che la domanda di automobili diminuisce, crisi o non crisi. Se la quota di giovani sulla popolazione decresce, ecco che la domanda di automobili diminuisce, crisi o non crisi. La crisi accentua – perché gli anziani si sentono meno sicuri della tenuta delle loro pensioni, e i giovani sono in buon numero disoccupati - la flessione della domanda di automobili, che si sarebbe comunque avuta con la nuova demografia “neutra”. Gli incentivi volti a spingere il rinnovo di autovetture possono accelerare la domanda e dunque al rinnovo del parco automobilistico, ma questo, una volta rinnovato, tende a essere – per effetto della demografia e della crisi in corso - rinnovato molto lentamente in una seconda fase. La capacità produttiva è perciò di molto maggiore della domanda. Cadendo la domanda, le imprese, per vendere individualmente di più, schiacciano i prezzi verso livello dei loro costi variabili, i loro costi “vivi”. Se però tutti fanno così, ecco che si riduce la redditività del settore. Si può immaginare che a un certo punto riparta la domanda, perché il parco automobilistico è diventato troppo vecchio e dunque che vada rinnovato, anche con gli anziani che guidano meno e con i giovani disoccupati. L'esaurimento della “vita tecnica” dovrebbe perciò spingere la domanda di nuove vetture.

(1) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/148-il-ciclo-immobiliare-moderno.html

(2) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/278-intervista-a-spengler-novembre-2008.html

(3) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/1237-appunti-per-lasset-allocation-demografia-e-borsa.html

(4) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3480-la-distribuzione-dei-prezzi-delle-azioni.html

(5) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/150-isabella-e-le-bolle.html

(6) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/655-il-complotto-degli-illuminati.html

(7) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/1734-tassonomia-delle-bolle.html

(8) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3433-torna-l-irrational-exuberance.html

(9) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3465-torna-l-irrational-exuberance-ii.html

(10) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3457-ancora-sul-debito-pubblico.html

(11) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3472-le-pensioni-degli-italiani.html

(12) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/3419-le-pensioni-degli-statunitensi.html

(13) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/3411-le-pensioni-dei-giapponesi.html