Vogliamo essere chiari: non prospettiamo questi scenari per il piacere di fare i menagramo. Ma ci pare che in questi giorni, come se non bastassero i drammi, ci si aggiungono le drammatizzazioni. L'Italia è una repubblica parlamentare, e qualunque governo deve avere la maggioranza in parlamento. Obama non ha un presidente del consiglio, Sarkozy ce l'ha ma nessuno sa chi sia e può licenziarlo quando vuole. In Italia non funziona così, e tanto vale non dimenticarlo, soprattutto in un momento complesso come questo.

D'altra parte, una vecchia democrazia come l'Inghilterra e una giovane democrazia come la Spagna hanno affrontato la crisi economica e finanziaria in maniera composta, gestendo i cambiamenti di governo per via elettorale, e senza ingenerare il timore che si creassero vuoti, interregni pericolosi perché indefiniti, disconoscimento delle responsabilità. Questo è un elemento di forza straordinaria per qualunque paese.

Ma è quello che manca all'Italia, ed è quello che dobbiamo costruire, prima che sia troppo tardi. Comunque vada nei prossimi giorni – e ci auguriamo caldamente che vada bene – il cammino che ci aspetta è lungo e duro. Non basta il Demiurgo, grande o piccolo che sia, perché richiederà l’impegno di tutti: dovremo riscrivere il contratto sociale e il patto fra generazioni (9).

Meglio tenere i nervi saldi, non alimentare speranze “demiurgiche” e… rispettare il codice della strada.

(1) Perchè la speculazione specula?

(2) Le manovre di Berlusconi III

(3) L’ultima manovra di Berlusconi III

(4) Le nuove stime dell’Ocse: crescita giù

(5) Due scuole di pensiero su Berlusconi

(6) Il fattore SB e lo spread

(7) Il fabbisogno di capitale delle banche europee

(8) http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/ricerche-economiacentroeinaudiit-99.html

(9) Politica italiana – Ma esiste il governo tecnico?